L’Ippocampo e il Gusto del Ricordo

Mangiare per alimentare una macchina che ha bisogno di rifornimento? Certamente. Nutrirci in maniera sana perché – condividendo quanto affermato dal filosofo Feurbach – noi siamo quello che mangiamo? Ovviamente sì. Ma è anche vero che non ci si nutre solamente, anzi per fortuna molto frequentemente si “mangia” solo per il piacere di farlo o per provare nuovi sapori. Spesso, però, nell’assaporare un alimento non si scopre nulla di nuovo, anzi si innescano antichi e piacevoli ricordi.

Ci sono diverse ragioni. In primo luogo, l’evoluzione ha fatto in modo che il cibo abbia assunto un ruolo da protagonista nel nostro cervello, al cui interno c’è un’area chiamata ippocampo (una in ogni emisfero) che è fondamentale per la memoria. L’ippocampo è particolarmente importante per formare ricordi a lungo termine, quelli che possono essere ricordati coscientemente, ma ha forti connessioni anche con le zone del cervello che sono determinanti per l’emozione e l’olfatto.

Questo potrebbe spiegare perché i ricordi emotivi sono così vividi o perché certi odori innescano in noi un senso di deja-vu ancor prima di ricordare consapevolmente un evento. Procurarsi cibo è così importante per la sopravvivenza che è chiaro che l’ippocampo viene innescato per formare ricordi su come trovarlo di nuovo. Dopo aver mangiato un cibo molto attraente, infatti, vengono attivati i centri di ricompensa del nostro cervello attraverso la dopamina che è un neurotrasmettitore, noto anche come ormone dell’euforia. I meccanismi di ricompensa del cervello servono a motivare determinate azioni e comportamenti. Ciò non funzionerebbe molto bene se la motivazione non fosse rafforzata dalla memoria.

Non a caso, quasi tutte le culture umane si impegnano nell’organizzazione di sagre e feste, in cui eventi passati o eventi speciali sono commemorati con abbondanza di cibo. Probabilmente la pratica è iniziata come mezzo per condividere gli eccessi temporanei di alimenti in maniera tale che nulla fosse sprecato. Nel tempo, l’abbondanza di cibo è diventata un veicolo per il miglioramento della memoria a livello culturale. Le feste servono non solo per consumare un’abbondanza di cibo, ma per generare un’abbondanza di ricordi.

Questo ampio antefatto per raccontare il mio privato rapporto con questo straordinario salume che fa parte della nostra storia e tradizione culinaria. Quando mi capita di consumare una buona pizza bianca, ripiena di Mortadella Bologna, ecco tornarmi in mente ricordi della mia infanzia, dei miei amici, dei bei momenti passati con loro in spensieratezza dopo la scuola, spesso a dare calci a un pallone.

Ecco se dovessi scegliere il mio comfort food, non avrei difficoltà, lo individuerei subito grazie al suo inconfondibile profumo…

Luca Carta 

Da sempre impegnato nell’editoria periodica con diversi gruppi editoriali attualmente dirige, per Lunasia Edizioni, le riviste Gusto Sano e Viaggiare con Gusto. Progetti editoriali nati dalla volontà di fornire ai lettori uno strumento di servizio, utile non solo per organizzare viaggi o per realizzare ricette ma anche e soprattutto per fornire una corretta informazione su temi legati all’alimentazione sana. 

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