Edgar Allan Poe | Tre o quattro enormi Mortadelle di Bologna

L’esclusiva di produzione spetta solo alla città

“Il mio amico mi fece vedere che una delle pareti della cassa poteva essere tolta a piacere. Difatti la lasciò scivolare e mi mostrò l’interno, la cui disposizione mi divertì oltre ogni dire. Un materasso preso da una delle cuccette ne copriva il fondo per intero; il resto dello spazio era occupato da ogni sorta di piccole comodità in modo però da permettermi di starvi seduto a disteso, come mi fosse piaciuto, in tutta la mia lunghezza. C’erano, fra l’altro, dei libri, penna, inchiostro e carta, tre coperte, una grande brocca piena d’acqua, un caratelIo di gallette, tre o quattro enormi Mortadelle di Bologna, un formidabile prosciutto, una coscia fredda di montone arrosto, e sei o sette bottiglie di cordiali e liquori.

Presi subito possesso del mio minuscolo appartamento con più soddisfazione di un monarca all’atto di entrare in un palazzo nuovo.

Durante le prime ventiquattro interminabili ore che seguirono, nessuno essendo venuto in mio soccorso, io non riuscii a trattenermi dall’accusare Augustus della più assoluta mancanza di premura.
Quello che soprattutto mi inquietava era che nella mia brocca l’acqua s’era ridotta a non più di una mezza pinta, e così io che mi ero abbondantemente pasciuto di Mortadella, mi trovai a soffrire la sete ’?

(Edgar Allan Poe: The Narrative of Arthur Cordon Pym of Nantucket, New York, 1838. Traduzione italiana: Le avventure di Cordon Pym, Milano, 1992)