Giuseppe Ferrari | “Inclita Mortadella”
Questi sono i versi encomiastici per Bologna e la sua Mortadella scritti dall’Abate Giuseppe Ferrari di Castelvetro di Modena, che nel sec. XVIII, sotto il nome arcadico di Tigrinto Bistonio, dette alle stampe “Gli elogi del porco“, una modesta composizione poetica da cui stralciamo alcune strofe.
“Ma i maggior fasti a celebrar mi appella
lei che sul picciol Ren siede ed impera,
madre d’arti e d’eroi, Felsina bella
lei d’origin già greca e già guerriera,
che il Sacro accolse Tridentin Senato
e un re in catene assoggettossi altera.
Popolo delle belve immenso e misto,
nessun di voi, con vostra flemma e pace,
più del mio porco in tanto onor fu visto.
Né già villano e sconoscente ei giace.
L’inclita Mortadella a lei riserba:
ella il pregio ne intende e sen compiace.
Porco immortal! Bestia persin superba
d’aver Tullio e Marzial panegiristi, con Giuvenal,
lingua ad ognun sì acerba”.
(Giuseppe Ferrari (Bistonio Tigrinto): Gli elogi del porco, Modena, 1761).